Le grotte di Stiffe rappresentano uno dei fenomeni carsici più conosciuti dell'Italia centrale. Il complesso venne utilizzato sin dall'età del bronzo anche se al suo interno sono stati rinvenuti resti archeologici risalenti a Neolitico ed Eneolitico.
La presenza di un corso d'acqua sotterraneo che ha dato origine al complesso ha portato, nel 1907 e per iniziativa del marchese Alfonso Cappelli, alla realizzazione di una centrale idroelettrica di cui sono visibili ancora oggi alcuni resti nei pressi dell'ingresso alle cavità.
Nel 1956, allo smantellamento della centrale, hanno avuto inizio le prime esplorazioni speleologiche; a queste è poi seguito un percorso di valorizzazione del sito che ha portato all'apertura al pubblico del complesso nel 1991. Nel 1994 un gruppo misto di speleologi aquilani e francesi è riuscito ad accedere per la prima volta alla zona inesplorata successiva alla prima cascata mentre nel 1996 è stato aperto il museo di speleologia intitolato a Vincenzo Rivera. Un secondo ampliamento del percorso turistico è stato realizzato nel 2007 con l'apertura ai visitatori della seconda cascata; il percorso turistico è stato così portato sino alla definitiva lunghezza di circa 700 metri mentre l'estensione della parte di cavità esplorata supera il chilometro.
Il terremoto del 2009 ha portato ad una chiusura delle grotte per motivi di sicurezza, per poi essere riaperto al pubblico solo nel 2011.