Sorge sul luogo ove si trovava la chiesa di San Pelino, dove alla fine del '500 si insediò una comunità di frati domenicani, abolita da Papa Innocenzo X nel 1652: da allora la chiesa entrò in uno stato di abbandono, aggravato dalla peste del 1658 e dal terremoto del 1703. Della chiesa non rimane nulla, se non i toponimi "san puline", Piazza e Porta San Pelino. Fu cura del Rev.mo Don Francescantonio Francesconi, Protonotario Apostolico e Vicario Foraneo della diocesi di L'Aquila, nonché Arciprete in Navelli, il rinnovarla facendola ricostruire dedicandola al SS.Rosario, con lavori che iniziarono nel 1726 ultimati nell'arco di un cinquantennio. E' di forma barocca con all'interno un monumentale organo sempre barocco su vasto complesso ligneo di Adriano Fedeli della Rocchetta di Camerino (anticamente Fedri). Vi sono sei altari oltre al maggiore dei quali, quattro hanno ai loro lati degli stucchi riportanti l’arme gentilizie delle famiglie nobili di Navelli che godevano di Jus Patronatus. Nella chiesa si possono notare dei pregevoli dipinti sulle volte dell’interno, risalenti al tardo settecento rappresentanti il paradiso. Questa chiesa è sita ai piedi del paese subito sopra la Piazza San Pelino.